La strada, sempre lei.


Ho iniziato questo blog nel maggio dello scorso anno.
Avevo alcune idee, alcuni pensieri che mi giravano per la testa, e avevo voglia di condividerli, o forse no, forse soltanto di fermarli per potermeli gustare meglio, rileggerli, riassaporarli.
E così ho cominciato a scrivere delle mie emozioni, delle cose che ho visto e che vedo, di ciò che sento…. le piccole cose, la nebbia, una notte di luna….e quando sono felice e quando sono triste, e un po’ (almeno un po’) delle mie difficoltà nel vivere quotidiano, la distanza da quello che vorrei essere a quello che in effetti sono – anzi – a ciò che immagino che io sia.
Ma poi, mese di novembre, un evento particolare, nuovo, strano, imprevisto. Un’amica mi rinnova un invito, per l’ennesima volta, e per la prima volta prendo il coraggio a due mani e accetto. E’ stato l’inizio di un’avventura davvero bella, unica, speciale; la Prato Gospel School mi ha aperto le sue porte, e io ho aperto le mie a lei.
E’ vero che le cose non si manifestano mai da subito per quello che sono, e ho avuto un avvio difficile, penso per il mio carattere, o chissà, ma è passata subito subito, ed è diventato un bellissimo percorso… e non lo so nemmeno definire come vorrei. Forse percorso del cuore, forse rinascita, non lo so. Due anni prima avevo concluso un’esperienza durata 17 anni (no, niente a che vedere col mio matrimonio, che dura ormai da 32 anni) e dopo una cosa così ci si trova un po’ spersi, spaesati, e si cerca di buttarsi nella prima cosa che sembra giusta, che tanto il tempo per ripensarci non manca….ma poi non si riesce a realizzare niente di quello che si vorrebbe, e ci si trova a tirare avanti in qualche modo, comunque. Insomma, nulla di male, ma nemmeno di bene…
Per me cantare è sempre stato vitale, essenziale, penso per merito della mia famiglia, dove si cantava spesso cori di montagna o degli alpini, e lo so che sembra strano, ma è un po’ una tradizione contadina (sono nato in un piccolo paese… ma che ve lo racconto a fare, lo sapete già, e sennò leggetevi un po’ il blog)… e poi ho scoperto pian piano che nel canto si nasconde un mezzo espressivo bellissimo…. In quei 17 anni di cui dicevo prima ho cantato e suonato la chitarra, scoprendo una nuova dimensione nel cantare per il Signore, e quanto ciò potesse essere bello, gioioso, vivificante.
……dalla scuola gospel mi aspettavo davvero poco più che imparare un po’ meglio a cantare, migliorare un pochino, magari, così, giusto per una piccola soddisfazione personale, e chiusa lì….
Avevo sbagliato tutto.
Sono stato trascinato via su questa nuova strada, con questo nuovo linguaggio, con un tempo diverso nella mia vita, in modo inspiegabile, intenso, profondo, tanto che ancora mi meraviglio se mi commuovo cantando, e non importa piangere per sentire profondamente piantate dentro sè stessi le parole di un brano, o peggio, parole e musica, e sentire la tua voce che canta, e avvertire attorno a te altre voci che cantano, sentire che si fondono insieme, vedere la gioia insieme all’impegno, vedere il sorriso, l’allegria… e altre cose non le voglio investigare, e voglio parlare solo per me…
Siamo diventati un gruppo davvero speciale, e il nostro Coach ci sostiene davvero in modo speciale… Uso troppo la parola “speciale”? Ma no! Non è troppo. solo quanto serve. Se ci vedeste alle nostre lezioni capireste….
Stasera due pezzi nuovi , e il primo davvero bellissimo. Già, come al solito andiamo avanti con bello, più bello, più bello ancora….. e dove finiremo?
Stasera, le prime parole sono queste:

My hands were made
To worship you
My heart, my King
It beats for you”

Le mie mani sono state fatte per adorare Te,
il mio cuore, o mio Re, batte per te.

Stasera, cantando, ho guardato le mie mani, mentre le alzavo verso di Lui. Sono già abbastanza sciupate, grinzose….insomma, vecchie. Ma con nuova forza, con nuova gioia, continuo ad alzarle verso il Signore, e vedo le mani di coloro che cantano accanto a me alzarsi, insieme alle mie…. Cosa posso desiderare adesso?
GRazie, grazie a tutti, davvero di cuore, grazie per la dolcezza che trovo in ciascuno, per la semplicità, per l’amicizia. GRazie, perchè sento che questa è davvero una strada che facciamo insieme, certo ognuno col proprio passo, ma serenamente, gioiosamente.
GRazie alla mia sirena personale – ah, benedeta ragassa! – che mi ha spinto fino a farmi cadere dal trespolo sul quale mi stavo pian piano appollaiando.
GRazie al Coach, che è Leandro, e non so davvero quali parole usare per lui, perchè mi sento in imbarazzo, e non voglio fare lo sviolinatore. E poi molte cose ce le siamo già spiegate a voce…

Ma davvero, stanotte queste parole la fanno da padrone:

My hands were made
To worship you
My heart, my King
It beats for you….

“Ecco, benedite il Signore,
voi tutti, servi del Signore;
voi che state nella casa del Signore
durante le notti.
Alzate le mani verso il tempio
e benedite il Signore.
Da Sion ti benedica il Signore,
che ha fatto cielo e terra.”
Salmo 133

2 pensieri riguardo “La strada, sempre lei.”

  1. Un post speciale, scritto da una persona speciale, che quando canta tira fuori un amore speciale…Forse non è un caso, dicono che il canto sia uno dei modi preferiti dal Signore di essere onorato.C’è magia nella musica, ma ce n’è di speciale che ti entra dentro come un balsamo, ti riappacifica col mondo e con la vita, crea una sorta di comunione con chi ti sta accanto, la voce come filo invisibile (ma mica tanto) che unisce le persone.Speciale.

  2. Io lo dicevo che volevo una sorella. Possibilmente maggiore, comunque una sorella. Avevo ragione, anche se adesso, in effetti, ne ho due…. e si vede!

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