Prelude to worship (scuola gospel)

Il coach da un po’ ci minacciava. Ci parlava di una terribile canzone che avremmo dovuto imparare; difficile, ma aiutami a dire difficile. Ingenuamente io avevo pensato  che, dato che la prima lezione di settembre era passata, e non era successo nulla, forse forse l’avevamo scampata…..

Nulla di tutto ciò. Mercoledì scorso (perché mercoledì e non lunedì, direte voi; perché a causa della indisponibilità dei locali dove abbiamo le nostre lezioni ci siamo spostati al mercoledì, dico io) la mamma di Leandro ci accoglie nel salone con un “poveravvoi” che non presagiva nulla di buono… specie seguito da un “e stasera mi sa che schiantiate” che non faceva che peggiorare la situazione già precaria….  Dopo i nostri soliti esercizi vengono passati i fogli col testo di una canzone nuova….ahiahi, se il testo è breve (e quello era proprio breve) le difficoltà sono nel cantato…..

Ma ci ha incantati subito. A me ha dato la sensazione di una grande dolcezza,e me la sono proprio sentita scivolare addosso, e dentro, e mi sono sentito sciogliere… beh, insomma, come faccio a spiegarlo…

Il testo è questo:

Prelude to worship

We have come to worship the Lord
For His mercy endureth forever and always
We magnify, We glorify your name,
Your name, your name

Strano, di solito parole così forti sono accompagnate da melodie molto decise… ma stavolta il Signore si presenta davvero come il sussurrare del vento, come avesse paura di farci paura… come volesse ricordarci che Lui è amore e che anche se noi abbiamo l’impressione di andare verso di lui, in effetti è lui che viene sempre verso di noi.

Difficile, difficile la canzone, da cantare. Frasi e parole lunghissime, ci vogliono scorte di fiato davvero grandi, e fatichiamo tantissimo, ma la canzone prende forma, pian piano, mentre si aggiungono le voci dei soprani e dei contralti, ed è davvero bellissima, ed è come se per la prima volta sentissimo le nostre voci cantare, tanta è la meraviglia.  Nelle registrazioni si sente, ogni tanto “mamma mia com’è bella” “bella, bella, bella”… qualcuno di noi che sente il bisogno di dichiarare la propria meraviglia…..

Preludio all’adorazione, il titolo…. figuriamoci, se questo è il preludio cosa accadrà nell’adorazione, veramente? Dove saranno portate le nostre voci? Il nostro cuore? I nostri limiti personali? Cos’è davvero questa scuola gospel che frequentiamo, e sembra rapirci, ogni giorno di piu’?

“Siamo venuti qui per adorare il Signore, perché la sua misericordia è per sempre, e sempre noi magnifichiamo, sempre glorifichiamo il Tuo Nome, il Tuo Nome, il Tuo Nome…..”

Ognuno di noi ha la propria musica. Anche Gianni, che abbiamo accompagnato oggi alla sua ultima dimora nel cimitero di un paesino  qui vicino. Gianni era un collega di lavoro, un amico. Un male  che non ha voluto sentire ragioni se l’è portato via in poco più di un mese. Gianni aveva 44 anni, una moglie, due figli. Con lui parlavo sempre della Prato Gospel School, di come è bello quello che facciamo, della gioia di cantare… lui mi parlava del suo gruppo rock, delle difficoltà di tirare avanti, di ritrovare sempre l’entusiasmo, e poi le sale prova, le serate, e quanti sacrifici occorrono, e quanta pazienza….Gianni è stato portato via in poco più di un mese, e io non ho fatto in tempo nemmeno a salutarlo… e poi, come fare…. ieri sera pensavo, se fossi riuscito ad andare a trovarlo alle cappelle del commiato a Firenze, di lasciargli una muta di corde per la chitarra, Martin Bronze 0.12 ,   che possono essere sempre utili, non si sa mai…. ma non ho potuto, e ho lasciato ogni pensiero a stamattina.  Qualcuno ha fatto un pensiero simile al mio, però, e sono stati appoggiati sulla bara, prima della sepoltura, i plettri di coloro che con lui hanno condiviso la passione per la musica. E’ stato un gesto semplice e delicato, e mi ha commosso  profondamente.

Io ne sono sicuro. Gianni in questo momento sta imparando una canzone nuova, una canzone inattesa, la canzone più bella della sua vita. In fondo, anche lui, adesso, frequenta una scuola gospel. Anzi, mi correggo: l’unica, vera scuola gospel. Ciao, Gianni, arrivederci!

Pubblicità

We shall overcome – I sogni perduti di una generazione –

Era forse nell’anno 1971. Con un gruppo di amici della parrocchia di Settimello (Firenze) stavamo salendo, di prima mattina, verso il monte Morello, che domina la piana di Sesto Fiorentino. Il sentiero saliva piacevole nel bosco di pini e cipressi, nell’ombra si spandeva l’odore di resina e il silenzio era rotto solo dal frullare degli abitanti degli alberi e dalle chiacchiere leggere di noi, non ancora ventenni.  Ad un certo punto la Carla mi fa: “Ti canto una canzone”. E ha iniziato a cantare.  Così, salendo verso il monte, ho conosciuto We shall overcome.

Da allora ha attraversato spesso la mia vita, sembrava una canzone giovane come giovani erano secondo me coloro che la cantavano nelle marce per i diritti civili, o più semplicemente come coloro che, più o meno convinti, lontani da cortei dove si rischiava una carica della polizia, in qualche salotto reso libero dai genitori, o in qualche parco cittadino, cantavano  We shall overcome .

Non ho mai trovato una traduzione che mi soddisfacesse, per questa canzone.  we shall overcome,  tradotto  noi  vinceremo, supereremo,  non mi piace. Preferisco pensare, anche se è impossibile usarlo come testo alternativo in italiano,  “noi ce la faremo, alla fine”.

Ecco il testo:

We shall overcome,
We shall overcome,
We shall overcome, some day.

Oh, deep in my heart,
I do believe
We shall overcome, some day.

We’ll walk hand in hand,
We’ll walk hand in hand,
We’ll walk hand in hand, some day.

Oh, deep in my heart,…..

We shall live in peace,
We shall live in peace,
We shall live in peace, some day.

Oh, deep in my heart,……

We shall all be free,
We shall all be free,
We shall all be free, some day.

Oh, deep in my heart,…..

Ci sembrava un bel sogno, allora, camminare la mano nella mano, poter vivere in pace, essere finalmente liberi….

Perché camminando mano nella mano ci sentiamo più’ forti, e sappiamo che “la mia sorte è la tua sorte”, e saremo insieme fino in fondo, e il tuo problema, adesso, diventa il nostro problema, e ci batteremo insieme per questo.  “I care”, si diceva. Ma adesso, alle richieste di aiuto, si risponde se va bene con un’alzata di spalle, forse perché ci siamo convinti che, vinta una battaglia, non ci sarebbe stata più’ nessuna guerra da combattere per essere finalmente tutti liberi e in pace….”bomba libera tutti”….

Forse quello che ci serve davvero è l’ultima strofa di questa versione:

We are not afraid,
We are not afraid,
We are not afraid, TODAY

Oh, deep in my heart,……

We shall overcome,
We shall overcome,
We shall overcome, some day.

Oh, deep in my heart,
I do believe
We shall overcome, some day.

Non abbiamo paura, dice. E forse è proprio la paura che ci frega, che ci blocca. Forse non abbiamo capito che noi siamo GIÀ’ in pace,

GIÀ’ liberi, che davvero la paura è sconfitta  GIÀ’ adesso, che alla fine, si, alla fine, ce la faremo. I sogni non basta sognarli una volta, ma occorre riportarli alla mente ogni attimo della vita, e fissarli bene nella mente, e continuare a perseguirli anche quando ci appaiono ormai superati, obsoleti.

I sogni, a volte, sono la volontà di Dio per noi. Ricordo di aver letto, un  bel po’ di tempo fa, di un giovane pastore, appena arrivato in una parrocchia.

Riunì un giorno tutti i parrocchiani e pose loro questa domanda: “Che cosa ne pensate di Dio? Chi è Lui veramente?”  Il dibattito si alzò subito, ognuno diceva la sua, e il giovane pastore lasciò che tutti parlassero, finché nessuno ebbe più niente da dire. Allora si alzò e disse: “Tutto ciò che avete detto in questa mezz’ora, tutte le vostre parole e il tempo usato per pensarle e per dirle, non ha nessun valore. Ciò che è importante, però, che ciascuno di voi sappia con certezza, è solo questo: COSA DIO PENSA DI ME?Chi sono io secondo lui? “

Domani

Domani riprende l’attività la Prato Gospel School. E sinceramente non so che dire, ovvero, ci sarebbe molto da dire, in effetti…..

……viene voglia di parlare di quello che è stato l’anno che si è concluso da poco più’ di un mese, i luoghi, le persone che in un modo o nell’altro abbiamo incontrato, gli amici che ci hanno sostenuto, la gioia e la fatica… e chissà quanto altro, che forse è troppo difficile da catalogare, da incasellare. Penso adesso a quello che ci aspetta, col coach che ci spinge sempre avanti, e noi che fatichiamo, sudiamo, ma alla fine abbiamo anche grandi soddisfazioni, ed è chiaro che il merito, in buona sostanza, è proprio del nostro direttore – ovvero, il coach, ovvero Leandro Morganti, che mostra sempre di avere in noi grande fiducia.

A questo punto vorrei davvero chiedere (a Colui al quale si può chiedere) che ci tenga per mano anche quest’anno, così come noi ci teniamo per mano, a volte, per farci coraggio, per darci il senso di una strada che percorriamo insieme….

La Parola deve correre, diceva un missionario amico mio nel suo italiano a volte curioso ma così efficace, la Parola deve correre. Ognuno di noi, ognuno a modo proprio, con la propria sensibilità, con la propria fede, con la propria forza, con la propria voce, ognuno col proprio particolare modo di essere, possiamo portare l’amore di Dio davanti a tutti coloro che incontreremo, perché la speranza non si spenga, nel mondo, perché ognuno possa ritrovare fiducia e coraggio.

U n grazie, alla fine, al Signore, che mi ha messo su questa strada, e a tutta la Prato Gospel School  – coristi, coach e presidente  – che la rende un’esperienza della quale adesso non saprei come fare a meno, che ogni giorno mi riempie di gioia e davvero da un senso alla mia vita.

Signori, in carrozza, si parte!!!!!!!