Problemi di geometria

Ah, la latitanza! A volte sono troppe, le cose che si vogliono scrivere, tante che non si sa decidere, scegliere…. A volte alcuni argomenti sono come matasse che ci appaiono troppo grosse, troppo intricate, troppo difficili da dipanare, e ci tolgono il coraggio, lasciandoci dentro qualche tarlo di troppo, qualche paura.

Il fatto è che nella vita tutti noi incontriamo persone a volte affini a noi, a volte diverse, a volte totalmente diverse, altre quasi sovrapponibili, e la cosa non è un problema. Tutti noi abbiamo la nostra vita, il nostro tempo da vivere, le nostre occupazioni, la famiglia, i valori, la religione, il lavoro… insomma, tutto normale. Siamo mescolati bene, in questo mondo, e questo rare volte è un fastidio, anzi, solitamente ci rende la vita interessante e varia.  Alla fine, se a me piace la pallavolo e a te il calcio, dov’è il problema?  Se a me piace il gospel e a te il pop, perché angustiarsi? E per le vacanze, se preferisci il mare, e io invece i monti, che vuoi che sia?

Alla fine, basta decidere di non andare in vacanza insieme, o alla partita insieme, di non andare agli stessi concerti, e via di seguito. La vita va avanti tranquilla come al solito, e nessuno si offende di niente.

Ma a volte incontri persone con le quali non vorresti mai avere divergenze su qualcosa. Persone che senti come parte di te, della tua vita, e vorresti quasi correggere qualcosa – e bisogna dire, con vergogna,  correggere qualcosa della sua vita, che la tua va bene già com’è, ovviamente, ‘che sulle questioni importanti, sia ben chiaro, sei te che hai ragione – perché la sua mente e il suo cuore siano sempre più sovrapponibili alla tua mente e al tuo cuore. Poi ci pensi, come adesso, e ti rendi conto che non è giusto, ed è vero che le questioni che hai in mente sono davvero importanti, essenziali. Ma forse è l’approccio che è sbagliato. La fede, in questo caso. Anzi, no, la religione. E hai come l’impressione, adesso, che mentre la fede tende ad unire, la religione tende a dividere, a distinguere, a catalogare, ad includere, O forse, più spesso, ad escludere.

Si chiacchierava insieme, l’altra sera, e io gli manifestavo il mio dolore perché mi rendevo conto che tra la mia vita e la sua c’è come uno scalino, un ostacolo, un muro, forse.  Un dolore grande, perché ti sorge il dubbio di come andrà a finire, di che cosa potrà rimanere, alla fine, della nostra amicizia, se non potrà condividere pienamente le cose che cantiamo insieme. Vivere, alla fine, la presenza del Signore nella nostra vita, per sempre.

Mi veniva in mente, forse siamo come due binari, con strade simili, ma non uguali, che arriveranno alla meta senza incontrarsi mai, tenuti divisi dalle traversine che ad ogni passo misurano la distanza che ci separa.

Ma forse non è così.  Forse le traversine, che ci impediscono di avvicinarci, ci impediscono anche di allontanarci. Forse, dico forse, come in un giusto modo di camminare bisogna guardare alla meta, averla fissa davanti agli occhi.

Stupida regola della geometria, che vuole che mai le parallele si possano incontrare!

Forse la soluzione sta davvero nello smettere di guardare alle distanze tra noi, e guardare alla meta. Smettere di guardare le stupide traversine sempre così precise, sempre così forti, e guardare laggiù in fondo, dove il nostro sguardo, alla fine, confonde ciò che è mio con ciò che è tuo,  le mie e le tue verità, laggiù dove in modo che appare quasi misterioso si avvera il caso delle parallele convergenti, almeno per i nostri occhi. Io non voglio più guardare le traversine, e figurati, sai cosa ho fatto? Mi sono guardato indietro. Oh, certo, anche se guardo indietro ci sono sempre quelle traversine che ci tengono divisi ma, spingendo gli occhi fino in fondo, vede che abbiamo una stessa origine, che i binari tornano a diventare un punto solo.

Forse, dico forse, ciò che vedo qui- le traversine che ci dividono- sono solo un effetto, forse non sono così vere come vorrebbero sembrare. Forse davvero la misericordia di Dio ci aspetta in fondo al cammino, dove le nostre linee divise diventano un unico punto, alla fine.  Coraggio, amico mio, fratello mio, andiamo.

 

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