Uno pensa di essere ormai abituato. Avere una certa età comporta anche avere esperienza della vita, della propria almeno, sapere come funziona, come si va avanti, come si retrocede, a cosa non fare la bocca e cosa invece aspettarsi.
Sembrerebbe semplice, ma non è così. Perchè il passato sta tutto dietro di noi, e il futuro davanti, e non lo conosciamo. Diceva Tolkien in una delle poesie, o canzoni, de “Il Signore degli Anelli” che “la strada” parte proprio dall’uscio di casa tua. E sembra una cosa buffa, ma è così: la mia strada parte proprio dalla porta della mia casa, ovvero comincia nel momento in cui io decido di uscire, di muovermi, di mettermi a camminare. Finchè rimarrò accanto al camino potrò, è vero, ricordare le strade già percorse, ma non farò nemmeno un passo dal mio presente verso il mio futuro. Ma appena esco dalla mia porta, appena muovo i miei primi passi, ecco, la strada subito scorre via, veloce, misteriosa, piena di deviazioni, di curve, di salite, di discese, di incontri con cose, persone, eventi, imprevedibili, impensabili.
E allora la sorpresa è la norma, se ci mettiamo ad osservare lo scorrere della strada, la meraviglia è la compagna, se ci guardiamo accanto. E il rumore dei nostri passi musica, tempo.
E’ incredibile, ma ancora una volta sono a misurarmi con questa meraviglia, con questa sorpresa, con questa musica.
Ancora una volta mi vedo preso alla sprovvista, che verrebbe quasi voglia di dire: “e adesso?”.
Ancora una volta, dietro una curva, ecco, ciò che non sapevi, cio’ che non ti aspettavi, e ti domandi cosa c’entri questo con la curva che hai fatto un momento prima, o la curva prima ancora, o quella deviazione che hai fatto, quel percorso secondario che hai scelto….
Penso che chi mi conosce, chi vive vicino a me questi giorni, sa di cosa sto parlando. Più difficile spiegare, cercare di far capire. Sarebbe come cercare di spiegare l’emozione davanti ad un tramonto, o i colori dell’alba, quella di oggi, oppure un panorama che ti appare improvviso dietro ad una curva della tua strada….
E certo puoi continuare a dire che “il caso” (come diciamo noi della Contea) ha costruito questo momento, e che un attimo prima o un attimo dopo non sarebbe stato uguale, e che i tuoi passi più svelti o più calmi avrebbero fatto la differenza, e che fermarti a bere a quella piccola fontana ti ha permesso di sentire la canzone dell’acqua, e che il riposo sotto ad un grande albero ti ha fatto ascoltare il vento tra le foglie. Puoi pensare che se tu non avessi avuto bisogno di un alloggio non avresti bussato a quella porta, e nessuno ti avrebbe aperto….
Oggi, giorno per ripensare alla strada. Giorno per ringraziare. Perchè davvero, piano piano si capisce, ogni giorno è un giorno per ringraziare.