Solo per un sorriso

Solo per un sorriso. Cos’è in fondo, un sorriso, un piccola piega della bocca. Cos’è, non è molto, no?Perché non riesco a far volare fuori il cuore, e che vada pure a giro dove vuole, certo, ma a volte vorresti che non andasse tanto lontano…

Perché il calore che sento dentro non si sente fuori, perché non traspare, perché non riscalda? Io non me lo so tenere per me, perché non è a questo che serve, perché non è per questo che è dato.

Ti prego, smetti di tremare. Ascolta questo tenue calore.

Mi basta un sorriso. Un sorriso, uno solo.

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Il fantasma dell’Opera

 

Io, veramente, non volevo cominciare così.

E mi vergogno, anche, ma che ci posso fare? La verità non si può nascondere come polvere sotto al tappeto.  Il fatto è che è stato un colpo basso, a tradimento, mi hanno teso un tranello, mi hanno aperto una botola sotto ai piedi, e menomale che al collo non avevo la corda…

Sono quelle due, tremende per natura, che tramano continuamente contro di me! E dicono anche di volermi bene! Cosa devo pensare, ditemi voi, se ci siete, ditemi voi!

Un pover’uomo non puo’ nemmeno fare il suo comodo nel suo blog, che devono venire a mettere il ditino… e qui così, e la’ cosà, e su cosù, però cosò… e io poverino, che quasi mi devo anche giustificare.

Insomma, lo saprò cosa c’è dentro al mio blog, o no? E’ il mio blog? O no?

E…. insomma….

Il blog ha un fantasma.  Si si, proprio uno di quelli veri, un fantasma residente, un fantasma infrascato, un fantasma che – udite udite – si mostra sempre, giorno e notte….

Ma, mi domando io, ma chi ce l’ha chiamato?

Mi pareva così carino, così perbenino, questo blog!

E quella bella foto della testata… uno dei miei luoghi “del cuore” , la strada che sale a (ma anche che scende da )Fossato, la strada di cui ho già parlato qui… eh, bella, vero? La strada sembra inghiottita dal bosco fitto che quasi la stringe ai lati, e si divincola, si contorce, tra cespugli di rovi e abeti incombenti….

E poi arriva “lei” a insinuare che io abbia messo qualcuno in quella foto….. “eh, ma chi è quello lì che dorme su quel cespuglio, che prende il sole steso su quel cespuglio? ”  “Ti dico che non c’e’  nessuno” e quell’altra: “si, si, è vero, l’ho visto, c’e’ uno, c’e’ uno…”

Oh, dico, il blog è mio, la foto è mia, lo saprò cosa c’e’ nel mio blog? Lo sapro’ cosa c’e’ nelle fotografie che faccio?

Ti dico che non c’e’ nessuno, ti dico….

NOOOOOO! L’ho visto! C’è davvero!

Nel cespuglio, in pieno sole, nella parte alta, leggermente sulla sinistra, il volto di un uomo dai tratti severi, forti, dal sopracciglio segnato, con gli occhi profondi, un naso proporzionato, la bocca leggermente sorridente, i capelli lunghi, mossi, con la “divisa” (per gli amanti delle parole piu’ complicate la chiamerò “scriminatura”)in mezzo….

Mi arrendo. Quelle due messe insieme ne sanno troppe, sono troppo avanti.

Prayer.

TONY

Make of our hands one hand,

Make of our hearts one heart,

Make of our vows one last vow:

Only death will part us now.

MARIA
Make of our lives one life,
Day after day, one life.BOTH
Now it begins, now we start
One hand, one heart;
Even death won’t part us now.

 

Make of our lives one life,
Day after day, one life.
Now it begins, now we start
One hand, one heart,
Even death won’t part us now.

 



Il colore del mare

A volte mi sento proprio cretino. Perchè guardando la superficie del mare, ammirandone i colori, in certe giornate così mutevoli, non mi so spiegare il perchè di tanta bellezza, com’è possibile che l’acqua – che è bianca, trasparente – a volte prenda consistenza come di metallo fuso, di mercurio, e tracci su di sè nuovi segni, nuove forme….

…ma guardando foto come questa si capisce meglio: il mare non fa altro che riflettere il colore del cielo, quando azzurro, quando nuvoloso, rimodellando sulla propria forma liquida e mobile le forme liquide e mobili di ciò che passa sopra di lui. Come se il mare fosse innamorato del cielo (eh, già, forse il mare se lo ricorda di essere stato anche lui nel cielo, eh!) e volesse compiacerlo in ogni modo.


A volte si sentono discorsi… mah, veramente, mi viene il dubbio…

Sembra quasi che di fronte a certe situazioni di sofferenza, di dolore delle persone che noi abbiamo vicine, attiviamo una sorta di autodifesa, e riusciamo persino a giustificare questo dicendo che in fondo è bene se facciamo fare una sana risata anche a chi sta soffrendo. Ma si, magari è vero, distraiamo dal dolore coloro che soffrono, facciamo in modo che per un attimo non sentano il morso che sta distruggendo il loro cuore…
Ho rinunciato a questa politica… si, è vero, si puo’ cercare di scherzare, di ridere, ma non si deve scappare. Il mare sta sotto al cielo, e riflette i suoi colori. Tanto distante, tanto vicino.
E’ facile liquidare con una battuta arguta un momento di difficoltà, di sofferenza, ma non facciamolo passare per amore.
San Paolo diceva (lettera ai Romani capitolo 12, versetto 15) Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. ”
Occorre lasciarsi toccare, colpire dalla vita dei nostri fratelli, lasciarsi penetrare, lasciarsi ferire. Credo che solo allora potremo davvero godere i momenti di gioia, perche’ saranno anche nostri, perche’ ci sentiremo sempre, indissolubilmente legati ai nostri amici.

Promesse da marinaio.

Eh, facile cadere in tentazione…. e magari uno ha passato una notte propedeutica…. però, però ho promesso, e voglio mantenere la promessa. Per cui, parlerò d’altro, se ci credete. (Anche così ci si guadagna il paradiso)

Bene, mi piace, ogni tanto, parlare di quello che cantiamo, alla Prato Gospel School (oh, ma che bello, ma che bello, ma che belloooo, ma come fate voi che non cantate con noi, come fate a campare?) e questo è il tempo di “Falling in love with Jesus”…. per un sacco di buoni motivi: perchè è una bellissima canzone, e ci piace, perchè poi ha segnato anche un passaggio importante per ciascuno di noi e poi…. sai com’è, funziona sempre alla stessa maniera, la canti, la canti, cerchi di entrare in lei, ti insinui, ti spingi, e poi il risultato è che… è lei che è entrata dentro di te, e non ti dà piu’ tregua, e ti risuona sempre negli orecchi, e la canti a tutte le ore del giorno e della notte.
Al supermarket”falling in love….”, al centro commerciale “…whit Jesus..” camminando per strada..”….was the best thing…..” dal benzinaio a fare il pieno “….I ever done…”
….. e fin qui nulla di strano, no, tutti si canta, tutti si canta dappertutto. Ma il “dramma” succede quando pensi alla seconda strofa, ascolti le registrazioni del coach che insegna cosa/come cantare, senti la voce che si piega, che si muove come il mare… e ripensi al mare, si, a vecchie storie, e davvero, per fortuna non si distingue l’acqua del mare dalle lacrime, dalla dolcezza di questo momento, e poi chissenefrega, non ho mica ammazzato qualcuno, se non riesco, non riesco a mantenere una promessa fatta forse in un momento in cui il superfabio sembrava prevalere….
Stamattina c’e’ fabio senza voce, influenza varia, e posso prendermi il mio momento di debolezza, e posso lasciarmi a fare promesse da marinaio, perche’ questa canzone ha una seconda strofa:
In his arms I feel protected,
in his arms never disconnected,
in his arms I feel protected,
there’s no place I’ve rather, rather be.
…e allora ripensi davvero a quello che sei, a “dove” sei stato fino ad ora, a come la presenza del Signore nella tua vita sia davvero essenziale… In his arms I feel protected, Dio , cosa c’e’ di piu’ bello? Io non ho fatto nulla, e tu mi hai tenuto nelle tue braccia, io ti pensavo lontano ma tu eri con me… stranamente mi torna in mente anche un’altra canzone, oh, accidenti! “…I once was lost, but now I’m found…” ma ero io che mi ero perso, non tu.
Ma penso che sia una cosa che succede spesso, già…
Dal Salmo 139

1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
2 tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
3 osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
4 La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.
5 Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
6 Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile.
7 Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
8 Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.
9 Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
10 anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

…………
Un anno alla Prato Gospel School: grazia di Dio, amore di Dio. Dono che passa attraverso le mani di persone che non ho paura a chiamare fratello, sorella.
….I feel protected!