
Io, veramente, non volevo cominciare così.
E mi vergogno, anche, ma che ci posso fare? La verità non si può nascondere come polvere sotto al tappeto. Il fatto è che è stato un colpo basso, a tradimento, mi hanno teso un tranello, mi hanno aperto una botola sotto ai piedi, e menomale che al collo non avevo la corda…
Sono quelle due, tremende per natura, che tramano continuamente contro di me! E dicono anche di volermi bene! Cosa devo pensare, ditemi voi, se ci siete, ditemi voi!
Un pover’uomo non puo’ nemmeno fare il suo comodo nel suo blog, che devono venire a mettere il ditino… e qui così, e la’ cosà, e su cosù, però cosò… e io poverino, che quasi mi devo anche giustificare.
Insomma, lo saprò cosa c’è dentro al mio blog, o no? E’ il mio blog? O no?
E…. insomma….
Il blog ha un fantasma. Si si, proprio uno di quelli veri, un fantasma residente, un fantasma infrascato, un fantasma che – udite udite – si mostra sempre, giorno e notte….
Ma, mi domando io, ma chi ce l’ha chiamato?
Mi pareva così carino, così perbenino, questo blog!
E quella bella foto della testata… uno dei miei luoghi “del cuore” , la strada che sale a (ma anche che scende da )Fossato, la strada di cui ho già parlato qui… eh, bella, vero? La strada sembra inghiottita dal bosco fitto che quasi la stringe ai lati, e si divincola, si contorce, tra cespugli di rovi e abeti incombenti….
E poi arriva “lei” a insinuare che io abbia messo qualcuno in quella foto….. “eh, ma chi è quello lì che dorme su quel cespuglio, che prende il sole steso su quel cespuglio? ” “Ti dico che non c’e’ nessuno” e quell’altra: “si, si, è vero, l’ho visto, c’e’ uno, c’e’ uno…”
Oh, dico, il blog è mio, la foto è mia, lo saprò cosa c’e’ nel mio blog? Lo sapro’ cosa c’e’ nelle fotografie che faccio?
Ti dico che non c’e’ nessuno, ti dico….
NOOOOOO! L’ho visto! C’è davvero!
Nel cespuglio, in pieno sole, nella parte alta, leggermente sulla sinistra, il volto di un uomo dai tratti severi, forti, dal sopracciglio segnato, con gli occhi profondi, un naso proporzionato, la bocca leggermente sorridente, i capelli lunghi, mossi, con la “divisa” (per gli amanti delle parole piu’ complicate la chiamerò “scriminatura”)in mezzo….
Mi arrendo. Quelle due messe insieme ne sanno troppe, sono troppo avanti.