Un paio di settimane fa è arrivata, a noi della Prato Gospel School (ovvero, come la chiamiamo noi in maniera diretta e familiare, ” I’ppiggiesse”) una grossa sorpresa sotto forma di una e-mail del nostro coach (che lo ricordo, si chiama Leandro) con la quale ci invitava a tenerci liberi per il pomeriggio di domenica 6 dicembre, per andare a fare una sessione di registrazione in una sala nei pressi di Firenze.
Ovvio, la meraviglia è stata tanta, e poi l’attesa, e i discorsi tra noi… anche se poi facciamo finta di nulla certe cose le sentiamo, eccome!
…E insomma, è arrivato il pomeriggio di domenica e noi, con una pianificazione perfetta, puntualissimi, ci siamo trovati davanti al cancello dello studio….e che emozione, quando siamo entrati, questo posto dedicato alla musica, alla protezione del suono, alla sua esaltazione! Rapidamente, con l’aiuto del fonico ci siamo sistemati e abbiamo cominciato a cantare….stretti stretti, come non succede mai, nemmeno quando ci troviamo a cantare in certe piccole chiese….
Io immaginavo un’atmosfera più rarefatta, immaginavo che i suoni venissero maggiormente assorbiti dai pannelli sulle pareti e tutto intorno a noi, ma l’effetto era invece molto bello: riuscivo a sentire tutta la forza delle nostre voci, ma anche a sentire ogni piu’ piccolo difetto: attacchi, intonazione, piccoli rumori che dovevamo invece evitare… E allora lo sforzo di far bene diventa ancora più forte, e ci incoraggiamo a vicenda, e il coach non lesina parole e impegno per tirar fuori da noi il meglio…
Ci sono giorni in cui tutto va bene, e vai avanti in allegria, e gli eventi saturano la tua vita tanto che non riesci nemmeno a farti un’idea realistica di ciò che sei, di ciò che fai. Riempi l’aria che ti circonda, e le persone che incontri, della tua presenza, attento a non lasciare vuoti, pause, silenzi o fermo-immagine. La vita corre, e tu corri con lei, e bene o male sotto ai tuoi piedi vedi scorrere la strada. Ci sono giorni, però, in cui è come essere nello studio di registrazione, e nel gran fragore della tua vita cominci a percepire i piccoli suoni, a vedere i piccoli gesti, ad avere davanti agli occhi momenti particolari, e a considerarli in maniera diversa dal solito, quasi che fosse cambiata, se esiste, la scala di misura della vita.
Allora sappi che sei in un giorno fortunato, un giorno in cui puoi ripensare te stesso, e cercare di comprenderti. Un giorno in cui anche le cose che la consuetudine ha fatto pian piano diventare normali tornano ad essere speciali. Un giorno di gratitudine, di gioia. In un giorno di questi vorresti poter portare con te un amico in uno studio di registrazione perche’ adesso lo sai, c’è sempre un suono che va al di la’, oltre il livello di percezione quotidiano. Ma forse non serve. Forse è proprio questa la straordinarietà di questo giorno. Le cose che vorresti dire già sono state capite, e vanno a riempire lo spazio tra la tua vita e la sua. Si, è vero. dev’essere così.
Eccomi.
Credo che a volte anche il nostro cuore dovrebbe essere come quella sala di registrazione.
E invece, quello che diciamo a volte perde forza, la carica di bene viene assorbita dai pannelli del pregiudizio, e il suono che si sente non è quello prodotto dai nostri pensieri e dalla nostra anima, acquista una voce e un significato deiversi.
Così, una riflessione…
Buongiorno Bra’… 😉
Beh, sai, sorella…cantare comincia ascoltando….. Perché devi trovare l’equilibrio tra te e gli altri, perché non è un gioco di sopraffazione, ma di armonia, di comprensione, di accoglienza e di fiducia. Insomma…. di amore.
… che bello questo post … la musica e’ la mia vita … e ho sempre sognato di far parte di un mondo cosi’, lavorare in una sala di registrazione, provare una e piu’ volte, raffinare il risultato fino a fargli rasentare la perfezione.
Ed e’ bella anche la trasposizione che hai fatto nella vita reale. E’ vero, i giorni migliori sono quelli in cui riusciamo a percepire le mille sfaccettature di noi stessi e degli altri, riusciamo a scannerizzare tutti i nostri difetti in maniera tale da rinascere migliori a partire da essi.
Sono i migliori i giorni in cui riscopriamo le nostre debolezze, i nostri “lati no”, i momenti in cui dobbiamo gioco-forza confrontarci con tutti gli appuntamenti sempre rimandati che non lo possono piu’ essere.
Come tu dici, e’ un grosso lavoro di squadra quello che va fatto, dove la squadra e’ da un lato costituita da noi stessi, da tutte le nostre energie e la nostra voglia di crescita e di miglioramento e dall’altro e’ fatta da tutti coloro che ci circondano, da quelli che ci amano, da quelli che non ci amano e da quelli che si trovano nel mezzo, perche’ occhi che sanno vedere e cuori che sanno ascoltare sapranno sempre trovare nelle loro voci spunti per mettersi in discussione e per fare meglio.
Tutto questo per arrivare al “pezzo” finito, la nostra piu’ grande, meravigliosa e meritata vittoria.
ciao Brandy 🙂
Ok, Rosigna. La prossima volta l’articolo lo faccio scrivere a te. Ok? 🙂
Ubi maior, minor cessat. Essendo tu il maior …
(ri) leggo adesso. Non vorrei che non ci fossimo capiti. Il mio voleva essere un complimento, Rosy!
In effetti poteva non sembrare un complimento, ma sono sicura che la nostra Rosy ti ha capito. Ora non credo che ti possa rispondere (l’ho sentita ieri, e non credo sia a tiro di pc), ma credo di poter garantire per lei! 😀
… rispondo solo ora … scusatemi.
Ho capito che era un complimento Brandy … ma non volevo in alcun modo prevaricarti. Le associazioni che fai nei tuoi post sono assolutamente magnifiche … e io non mi sento all’altezza.
Ti sono grata per quello che mi hai scritto perche’ una “botta di ottimismo” fa sempre piacere … e qui mi sento particolarmente “protagonista” per questo mio legame intimo con il pianoforte, che mi ha accompagnato, mi accompagna e, se sono certa, mi accompagnera’ sempre anche se lui, il mio amato strumento, in questo momento non e’ con me …
Era questo il senso della mia citazione 🙂
Grande Brandy!! Buon anno!!!